XLIV Campionato del Mondo di Othello

28 - 30 Ottobre 2022

1 Pl. de la Prte de Versailles, 75015 Paris - Parigi - FR


Vincitore:
Kento Urano



Formula:
13 turni + semifinali e finali

Nella bellissima Parigi si è disputato il quarantaquattresimo mondiale di Othello. La squadra maschile italiana era composta da me che scrivo, ovvero Alessandro Di Mattei, il mio maestro Roberto Sperandio e il forte giocatore milanese, nonché amico, Domenico Palladino. A corredo del terzetto appena citato la Campionessa Italiana Chiara Gigliucci. Alla vigilia di questo appuntamento mondiale le aspettative erano molto alte, sia da parte nostra che da tutta la famiglia dell'Othello Italiano. In particolare per me era un ritorno al mondiale dopo 12 anni. La recente vittoria del Campionato Europeo, ora posso dirlo, era diventato più un peso che una spinta. Sentivo gli occhi addosso dell'intera comunità othellistica e, per la prima volta da quando gioco tornei, la responsabilità di dover far risultato. Durante le moltissime ore passate a studiare, soprattutto nell'ultimo mese precedente all'appuntamento mondiale, sentivo che poteva essere un anno speciale, di quelli buoni per intenderci e il sesto posto conquistato alla fine dei due giorni di qualificazione rende giustizia all'impegno profuso ma, chi mi conosce lo sa bene, non mi soddisfa al 100%. Il mio percorso è stato sicuramente importante, sono stato tra i primi quattro fino all'ottavo turno e dodicesimo nel momento peggiore. Ho il rimpianto per il finale giocato con il finlandese Lari Pihlajapuro al turno 9, in cui ho scelto una linea (sapendo non essere la migliore) solo perché "obbligata per l'avversario" e quindi più prevedibile e facile da contare, per scoprire con tremendo sconforto, poche mosse più avanti, di aver contato tre pedine due volte, passando da un facile 34-30 per me ad un nefasto 31-33 per lui. Segno di indubbia stanchezza, di fatto prevedibile in un torneo così difficile e competitivo.
Mi resta però la soddisfazione per aver espresso un buon livello e la consapevolezza di essermela giocata con tutti, tanto da aver avuto un finale vincente con ognuno dei 13 avversari affrontati, sebbene in alcuni casi non sia stato capace di approfittarne.
Riguardo al resto della squadra il bilancio è sicuramente positivo per tutti. Roberto Sperandio, già campione italiano pochi mesi prima, si è trovato per la prima volta, già ad 8 punti a due turni dalla fine, in piena lotta per la qualificazione alle semifinali, venendo poi sconfitto da Michele Borassi (svizzero per l'occasione) e dalla finlandese Katie Pihlajapuro negli ultimi due turni, privandolo almeno del nono punto che avrebbe ampiamente meritato.
Domenico Palladino dopo nove turni aveva ben sei punti, al ridosso dei primi dieci giocatori. L'ultima parte del torneo è stata molto sfortunata per lui, sia per la forza degli avversari che si è trovato ad affrontare, sia per la poca abitudine di noi italiani ad affrontare tornei così duri su due giornate. Probabilmente sarà l'unica persona arrabbiata con se stesso, poiché noi italiani gli riconosciamo invece l'impegno e le cose positive che ci ha fatto vedere fino a quel momento, tra le quali non possiamo dimenticare la prestigiosa vittoria contro il forte danese Karsten Feldborg.
Una menzione speciale anche per Chiara Gigliucci, partita in sordina e con poca autostima e capace invece di 4 vittorie ed un pareggio, in un torneo assolutamente difficile in ogni zona della classifica!

Al termine del 13 turni, si classificano così in semifinale il giapponese Urano Kento (partito all'ombra del più quotato Takahashi ma capace di 16 vittorie ed un pareggio al termine della competizione mondiale), gli svizzeri Arthur Juigner e Michele Borassi e, per la prima volta dal 1978 una donna, ovvero la brava Katie Pihlajapuro, capace di domare nel playoff di fine giornata il ritorno scatenato di Vidar Albrigtsen, autore fino a quel momento di 6 vittorie consecutive.
Se i pronostici tra Urano e Pihlajapuro pendevano decisamente a favore del giapponese, c'era molta più curiosità nel vedere chi avrebbe prevalso nel derby elvetico. Michele vantava una maggiore esperienza e Arthur maggior talento. I due si conoscevano molto bene, essendosi affrontati in diverse occasioni ed avendo avuto modo di preparare insieme il mondiale Parigino. Forse proprio per la necessità di Michele di spingersi su una linea meno usuale, con lo scopo di sorprendere l'amico Arthur, ha portato quest'ultimo a prevalere con una certa facilità in entrambe le sfide. Arthur si è dimostrato in grande forma, ma nulla ha potuto contro la solidità del giocatore giapponese, capace di regolare il coetaneo Juigner per due a zero.

L'evento si è giocato nei padiglioni della Fiera di Parigi, non troppo distante dal centro, in un contesto elegante e moderno. Il bilancio di questo torneo è stato positivo, ma siamo tutti consapevoli che quanto fatto debba essere considerato uno step verso qualcosa di migliore. E chissà che i risultati sperati non possano essere ottenuti già al prossimo mondiale. Io ci credo!



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