XII Campionato del mondo di Othello

dal 4 al 7 Novembre 1988

Liceo Enrico IV - 23 Rue Clovis, 75005 - Parigi -F-


Vincitore:
Hideshi Tamenori



Formula:
13 turni + semifinali e finali

Tratto da Othello News Anno V n.1

Niente di nuovo sotto il sol ... levante?
Se l'edizione milanese del mondiale era stata caratterizzata dall'istituzione del campionato per nazioni, quella parigina verrà ricordata per la prima partecipazione di una nazione dell'Est europeo: la Polonia. A dire il vero questa novità avrebbe potuto assumere contorni ben più clamorosi se, come era stato annunciato, anche l'URSS avesse inviato i suoi rappresentanti, ma siamo certi che i piccoli problemi che hanno impedito l'arrivo degli amici sovietici saranno presto rimossi e forse già dal prossimo mondiale (USA?) potremo conoscere il livello dei giocatori russi che i polacchi ci hanno descritto in tono entusiastico.
A Parigi dunque il mondo othellistico è diventato più grande ed a contendersi un titolo divenuto sempre più prestigioso si sono trovate ben dieci nazioni rappresentate da trenta giocatori. Favori d'obbligo i soliti giapponesi che questa volta si sono presentati ai nastri di partenza con ben due supercampioni: il già campione del mondo (1986) Hideshi Tamenori ed il famosissimo Takeshi Murakami. A cercare di rendere difficile la vita dei nipponici, un folto gruppo di ottimi giocatori, guidato dall'ex iridato Paul Ralle (Francia) e composto dai veterani americani Rose e Shaman, dagli inglesi Leader, Brightwell e Bhagat, dai danesi Feldborg e Jessen e, perché no, dai nostri Ghirardato e Marconi.
Per il titolo a squadre favorito parrebbe ancora essere il team USA campione uscente ed apparentemente rinforzato dalla sostituzione di Kling con l'oriundo (è svizzero) Anders Kierulf. Buone chance anche per le omogenee squadre inglesi e francesi e discrete possibilità appare averle anche la squadra nipponica che però presenta come terzo giocatore un Masahari Ohno che sicuramente in una ipotetica classifica di merito tra i giocatori giapponesi, non figurerebbe tra i primi cento. Scarse le nostre speranze di successo anche in considerazione del quarto posto ottenuto dalla nostra squadra al mondiale di Milano quando al posto del sottoscritto era presente un certo Augusto Brusca (vedi classifica rating al numero 1). I tempi per i pronostici sono comunque limitati giacché non si fa in tempo ad arrivare a Parigi che già è il momento di iniziare a giocare. Sede della manifestazione il Liceo Enrico IV, un college del 17° secolo dall'aspetto esteriore suggestivo cui si contrappone una certa fatiscenza degli interni. In particolare la strettezza della sala da gioco, la scarsa illuminazione e soprattutto lo scricchiolantissimo parquet fanno rimpiangere a tutti lo splendido salone del Circolo della Stampa di Milano. Ma bando alle ciance e via agli orologi. Il primo turno è caratterizzato da un risultato che è poco definire clamoroso: il mitico David Shaman battuto dal carneade polacco Artur Kaniewski. Più o meno regolare l'esito degli altri incontri. Il secondo vive della sfida galattica tra Bria Rose e Takeshi Murakami con l'americano vittorioso per 33 a 31. Da sottolineare anche il successo di Puget nella sfida fratricida col più quotato Ralle. Nella terza tornada ci becchiamo tre sconfitte tonde tonde: quella mia scontata contro Tamenori, quella accettabile di Francesco contro Rose e quella decisamente preoccupante di Paolo contro il norvegese Aax. Andiamo così a mangiare ed in verità l'unico azzurro a riempire il proprio stomaco è il sottoscritto dato che i miei due compagni preferiscono non distogliere il proprio cervello dalla gara. A farmi compagnia quel Pasquale Giangregorio, campione Italiano di Categoria e simpaticissima mascotte della squadra. Alla ripresa delle ostilità si registrano le vittorie di Ralle su Marconi e di Murakami su Shaman con Tamenori e Rose unici a punteggio pieno. Scontato quindi il loro abbinamento nel turno successivo con il giapponese che prosegue nella sua marcia trionfale. Sesto turno con Rose che regola di misura (34 a 30) Ralle e Tamenori che vince anche il derby nipponico con Murakami. Si giunge così all'ultima partita della giornata, anche questa favorevole a Tamenori che chiude così a punteggio pieno. Alle sue spalle, distanziati di due punti, sei giocatori: Rose, Jensen, Bhagat, Murakami, Brightwell e lo svedese Wahlberg quest'ultimo autentica rivelazione della giornata.

(continua dopo i risultati...)


E gli italiani direte voi? Tutti a centro classifica, con i quattro punti di Ghirardato e Marconi ed i tre e mezzo del sottoscritto. Da sottolineare comunque il calendario quasi impossibile affrontato da Francesco e la clamorosa rimonta di Paolo con quattro successi consecutivi ottenuti nel pomeriggio e a digiuno (in verità contro avversari non trascendentali). La classifica a squadre vede così al comando il Giappone e l'Inghilterra appaiati, seguiti dagli USA e dalla Danimarca e da noi al quinto posto. Dopo una lauta cena (soprattutto per i nostri due novelli Ghandi) ed un sonno ristoratore eccoci già alla seconda giornata di gare. Tamenori perde il suo primo punto ad opera del danese Quist Jessen, sule altre scacchiere dasottolineare le vittorie di Leader su Ralle e di Rose su Wahlberg. Secondo turno e nuova delusione per il nipponico che questa volta è addirittura sconfitto da un lanciatissimo Leader. E, nell'incontro successivo, è ancora l'inglese ad offrire il risultato migliore andando a battere di misura Rose. Un'altra pausa pranzo ed un altro digiuno per i nostri due migliori rappresentanti, ma se i due punti ottenuti la mattina lasciano un barlume di speranza a Francesco, le tre sconfitte consecutive relegano Paolo ad un ruolo di secondo piano ed addirittura alle mie spalle che bene o male, un punticino l'ho fatto. Si riparte con Murakami e Leader sempre più lanciati all'inseguimento di Tamenori che comunque, nonostante il litro di vino rosso bevuto a tavola (ero seduto al suo fianco n.d.r.), trova la forza di battere uno spento Feldborg. Vince anche Marconi e questo successo lo porta a dover affrontare Hideshi con l'obbligo di batterlo per continuare a sperare. Francesco, come già gli accadde lo scorso anno con Ishii, riesce nell'impresa disperata e si inserisce così nel gruppo dei quarti. Suo avversario all'ultimo turno Leader che, come il nipponico Murakami, ha inanellato una serie ininterrotta di vittorie. Marconi gioca un'apertura stupenda caratterizzata dalla geniale cessione di due angoli. Alla 48a mossa però Francesco va in tilt e regala all'avversario un preziosissimo angolo che consente all'inglese di vincere 33 a 31. Alla fine della partita Marconi giustificava l'errore dicendo di aver mosso nella casella X convinto che l'angolo sottostante fosse suo! Sfumava così la possibilità di avere un italiano in una semifinale che si preannunciava come una sfida anglo-nipponica caratterizzarta dalle partite Murakami-Brightwell e Leader-Tamenori. Il titolo a squadre veniva vinto dagli inglesi, davanti a giapponesi e udite udite, italiani e francesi appaiati. Da sottolineare anche questa volta l'en plein ottenuto da Paolo a stomaco vuoto.
Ed eccoci alla giornata conclusiva, i pronostici di tutti sono per i due giocatori con gli occhi a mandorla, ma, mentre Tamenori ha facilmente ragione del suo avversario in due parite, Murakami subisce uno storico 64 a 0 nella prima gara e, pur arrivando a disputare una emozionatissima bella chiusura con un pareggio, deve cedere il passo al suo avversario proprio per la disastrosa differenza pedine.
La finale è senza storia poiché Tamenori ha ritrovato lo smalto della prima giornata e con apparente semplicità regola il suo avversario in due partite dal risultato pressoché identico: 44 a 20 e 44 a 19. Applausi sinceri e meritati per il nuovo campione che non sa trattenere alcune lacrime di commozione. Al suo fianco sul podio due inglesi dato che Leader ha nel frattempo vinto la sfida per il terzo posto. E' un'immagine emblematica: il Giappone sempre sulla vetta, ma sempre più vicina è un'Europa che cresce per qualità e quantità. In casa nostra note positive e negative al contempo, alla grande prestazione di Marconi che ha espresso un gioco ammirato da tutti condito con i soliti limiti caratteriali c'è da affiancare l'opaca prestazione di Ghirardato sempre più distratto da impegni di studio e con un gioco privo di novità. Probabilmente per coltivare sogni di gloria iridata, sarà necessario attendere la crescita di qualcuna delle tante speranze che si sono affacciate alla ribalta in questi ultimi mesi.

Alessandro Maccheroni


Torna ai Risultati

Torna all'Home Page