GPI e GPE Roma 1991 (primo turno) (European Grand Prix)

5 e 6 Gennaio 1991

Sala Kolbe del Centro Culturale Cattolico San Marco Evangelista - Roma


Vincitore:
Francesco Marconi



Formula:
11 turni + finali

Tratto da Nero su Bianco Anno VII n.1

Diciamocelo francamente: aver deciso di variare la sede del torneo valido per il Grand Prix Internazionale portandola da Milano a Roma non è stata una grande idea. Debbo ammettere che ero tra quelli che ritenevano la cornice romana come la più degna per proiettare l'immagine della FNGO all'estero, ed in effetti fino ad oggi il torneo capitolino era stato senz'altro il migliore per qualità e quantità di partecipanti. Averlo collocato nel week end dell'Epifania è stato però probabilmente un errore. Fatto sta che solo cinque giocatori stranieri (quattro francesi ed un inglese) hanno deciso di attraversare le Alpi per venirsi a misurare con noi, e quel che è peggio, solamente diciassette othellisti romani hanno scelto di rinunciare alla calza della Befana nella speranza di un successo nel VI Roma Open. Completavano il lotto dei partecipanti sei extracapitolini. A parziale conosolazione della scarsa affluenza c'è da sottolineare la qualità dei giocatori nostrani. In effetti dopo quasi un anno abbiamo potuto rivedere all'opera i tre moschettieri dell'Othello italiano: Brusca Ghirardato e Marconi. A questi si aggiungeva poi un gruppo compatto di validissimi comprimari tra cui non possiamo fare a meno di citare i due "nazionali" Perotti e Puzzo ed i due milanesi Barnaba e Antonelli.
La gara, il cui svolgimento era previsto in due giornate, si disputava presso la sala Kolbe del Centro Culturale Cattolico San Marco Evangelista ed era patrocinata dall'Ente Provinciale del Turismo di Roma.
Undici i turni di gioco, secondo il classico schema del girone italo-svizzero con una coda costituita dalle finali per i primi quattro posti. Novità di questa edizione era che la competizione si disputava a girone unico per dare l'opportunità ai giocatori di tutte le Categorie di misurarsi, per una volta, con una dimensione internazionale dell'Othello.
Dopo aver sbrigato le solite formalità di iscrizione ed aver atteso che il computer sfornasse i primi accoppiamenti, si iniziava a giocare.
La prima giornata si sviluppava su sette turni di gico e vedeva il dominio di Francesco Marconi che concludeva a punteggio pieno dopo aver affrontato tutti gli avversari più accreditati. Alle sue spalle il migliore dei francesi presenti: Jean Francois Puget, seguito a sua volta dalla coppia Ghirardato Tastet.
In coda all'attività agonistica si teneva l'Assemblea Straordinaria dei Soci che era chiamata a ratificare i regolamenti degli Organi Federali ed a decidere di eventuali variazioni sul metodo di classificazione "Rating".
Su quest'ultimo argomento si accendeva un dibattito a dir poco vivace. Due in effetti erano le tesi in gioco: una, prodotta da Biagio Privitera, che proponeva di portare degli aggiustamenti al metodo finora in vigore, ed un'alra, presentata da Donato Barnaba, che richiedeva l'abolizione del fattore pedine nella valutazione dei risultati ottenuti. Non senza polemiche e con una maggioranza risicata, l'Assemblea finiva per sposare la tesi di Biagio.

(continua dopo i risultati...)



Mi scuserete a questo punto se sfuggo al dovere del cronista per inserire un parere del tutto personale. La diatriba sul Rating è nata con la nascita stessa del sistema, ma è sempre stata ristretta ad un numero esiguo di giocatori, ben pochi del resto hanno approfondito i particolari del calcolo di questa classifica.
Del resto poi non è stato mai messo in discussione il singolo rating, ma più che altro la filosofia del metodo che i detrattori ritengono sia penalizzante per i più forti, costretti a vincere curando anche lo scarto pedine. Personalmente non avrei avuto particolari preferenze in merito ad un metodo o ad un altro, fermo restando che non ritenevo opportuno cambiare un qualcosa che fino ad oggi ha funzionato bene. Cambiare il metodo del calcolo del Rating sarebbe stato come bocciare l'operato di Biagio Privitera che in questi cinque anni ha sacrificato parte del suo poco tempo libero di ingegnere dedicandolo alla FNGO in generale ed al Rating in particolare. E mi dispiace che questo non sia stato tenuto in minimo conto dai vari Brusca, Marconi e Ghirardato, che pure sanno, per averlo fatto saltuariamente, quanto sia impegnativo ed a volte noioso dedicarsi alla gestione dei problemi della Federazione.
Chiusa questa parentesi che ritenevo doverosa, passiamo a vedere cosa è successo nella seconda giornata di gioco. Si iniziava con un piccolo ritardo. In effetti Marconi, che aveva le chiavi della sala, dimostrava di non essere un pilota all'altezza della sua fama di othellista rimanendo coinvolto in un cappottamento che per fortuna non gli riservava danni fisici. Davanti alle scacchiere però Francesco ritrovava la sua calma perdendo con il solo Andriani nei quattro turni conclusivi. La classifica finale vedeva il campione italiano appaiato a Puget, terzo era Brusca e quarto Ghirardato. Da sottolineare in positivo le prestazioni di Walner Tardia e Stefano Antonelli, un po' deludenti al contrario Perotti, Barnaba e il francese Tastet. Si andava così agli scontri di finale con Ghirardato che si aggiudicava il terzo posto battendo Augusto solo per il tempo, mentre Marconi confermava la sua superiorità assoluta con un duplice 38 a 26 e si aggiudicava così la coppa offerta dal Ministro della Marina Mercantile On. Carlo Vizzini.
Da ricordare infine che il Roma Open era la prima tappa sia del Gran Prix Internazionale che di quello nostrano.

Alessandro Maccheroni

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Per la cronaca delle altre tappe:
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Per la cronaca delle altre tappe:
Torino (03/02/1991)
Torre del Greco (10/03/1991)
Modena (21/04/1991)
Milano (21/06/1991)


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